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un tram chiamato Carla

Aggiornamento: 9 giu 2023

Possiamo usare una parola desueta, sì? Eccola: agnizione. Descrive quello che ci è capitato ieri in pieno centro a Milano. L'agnizione (dal latino agnitio = riconoscimento) “è un topos delle opere narrative o drammatiche; consiste nell'improvviso e inaspettato riconoscimento dell'identità di un personaggio, che determina una svolta decisiva nella vicenda”. Tipo Superman che si libera degli abiti di Clark Kent e si mostra in tutta la sua turgidezza muscolare? Esatto, proprio così. Ma anche lo Stig di Top Gear che si toglie il casco sarebbe un’agnizione bella e buona.


Insomma, l’avete capito, l’agnizione è una sorpresa e come tutte le sorprese può essere negativa o positiva. Noi stavamo giustappunto aspettando il tram, quando dall’angolo della via sbuca una vettura completamente bianca. Bianca come un cigno per intenderci. Sulle prime, resi cinici dalla modernità abbiamo pensato alla solita trovata della “vestizione brandizzata” (beccatevi il neologismo). Il tram bianco-bianco apparteneva alla gloriosa serie 1500, nota anche come "vetture a carrelli", serie di carrozze tranviarie in uso a Milano e a San Francisco. Finalmente, quando fermandosi si è accostata, abbiamo compreso che era il tram dedicato a Carla Fracci. Bianca, con la scritta in rosso sulla fiancata “Milano per Carla Fracci”, è la vettura della linea 1 che guidava Luigi, il padre della grande ballerina. Si tratta – agnizione, agnizione! – proprio dello stesso mezzo con il quale negli anni Quaranta del secolo scorso accompagnava la figlia alla prima audizione per entrare nell’Accademia della Scala.

Milano deve molto all’Expo. Iniziativa, è doveroso dirlo, di intelligenza bi-partisan. Da allora la città non l’ha fermata neppure l’orrida pandemia: tutto un susseguirsi di “week” all’insegna della moda, del cibo, del vino, del design, nel corso delle quali la città è invasa da decine di migliaia di visitatori. Interessati. Stupiti. Ammirati. Ecco, è nostra convinzione di piccoli artigiani della comunicazione quali siamo che dare valore al valore sia la cosa più importante da fare, sempre. Che si tratti di un formaggino, di una rondella stampata in 3D o di una delle più grandi étoile del secolo scorso. Dedicarle il tram che, alla guida del suo papà, la conduceva nel luogo dove sarebbe divenuta grande è un (piccolo) colpo di genio.

Ps: Il tram è bellissimo.


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