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  • la dolce vita

    "Ad alcuni lavori abbiamo tolto dignità, prima morale e poi economica. Invece dobbiamo restituire all'artigianato la nobiltà del lavoro. Ricordiamoci che siamo i più grandi manifatturieri al mondo". Questa citazione è tratta dall’intervento di Brunello Cucinelli nel corso della prima edizione di “Pianeta Terra Festival”. Il famoso imprenditore umbro ha inoltre affermato: “Se lavoriamo 12-13 ore, secondo me per il 30% di questo tempo non combiniamo niente. Invece, dobbiamo lavorare massimo 7 ore, mentre l'altro tempo andrebbe dedicato a a noi stessi e alla nostra anima". Ed ha così concluso: “Abbiamo vissuto un trentennio di tecnologia, abbiamo provato a governare l'essere umano solo con la scienza. E non è possibile, ci vogliono scienza e anima. E questo non vale solo per le imprese, ma per tutti noi". Brunello Cucinelli è un imprenditore umbro noto in tutto il mondo per la stratosferica bellezza dei sui capi in cashmere ma anche per la natura particolare del rapporto che ha instaurato con i suoi dipendenti. In una parola ricorda parecchio lo stile di gestione di Adriano Olivetti. Condividiamo parecchio della concezione della vita e del lavoro di Cucinelli. Tuttavia, ci piacerebbe molto potergli ricordare che non tutte le imprese possono applicare i pur nobilissimi “valori artigiani” da lui auspicati: i margini di profitto crollerebbero nel giro di due settimane e insieme ad essi pure l’occupazione; anche per quanto riguarda il ruolo della tecnologia è ormai assodato che la produttività dipende in modo indissolubile dal livello tecnologico raggiunto dall’impresa. “Eppure il vento soffia ancora” cantava anni fa Pierangelo Bertoli. Eppure è inutile (insensato) lavorare male molte ore al giorno. Eppure è un crimine uccidere l’anima dell’uomo. Va perseguita una via difficile da tracciare e ancor più difficile da percorre: il suo nome è umanesimo digitale. L’Italia, leader manufatturiero nelle produzioni ad alto tasso di creatività e leader assoluto per la qualità della vita, possiede tutti gli ingredienti necessari per esserne l’ambasciatore nel mondo.

  • il venerdì di studiodag

    Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte a volte sì. Se ad esempio ci chiedessero di chi siamo innamorati, ci metteremmo nei guai affermando che amiamo sopra ogni cosa la comunicazione. Quella cosa che secondo i paleoantropologi è stata fondamentale nel far sì che gli umanoidi entrassero in modalità sapiens-sapiens. Insomma, siamo umani perché a differenza degli altri animali comunichiamo. E la cosa ci ha preso al punto che dopo le pitture nelle caverne abbiamo inventato la scrittura e da allora non ci siamo fermati più. E’ questa la ragione che ci ha spinto a proporre un appuntamento settimanale in cui parleremo in modo leggero e consistente al tempo stesso di innovazione, avventure della mente, tecnologia, costume, stili di vita e avventure della comunicazione. Cento righe per raccontare cose che hanno reso più piacevole la nostra vita e che, distratti come siamo, diamo per scontate al punto da pensare che siano esistite da sempre. Come l’invenzione dell’alfabeto, il motore a scoppio e il numero zero, la grande intuizione che (forse) dobbiamo agli indiani. Buona settimana e buona lettura.

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